Premio Internazionale Vincenzo Torriani | I Premiati 2018
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I Premiati 2018

ALBERTO CONTADOR

 

Corridore indomito e coraggioso, lottatore e capace
di centrare gli obiettivi prefissati.

 

Alberto Contador nasce il 6 dicembre 1982 a Pinto, non lontano da Madrid, dove è tornato a risiedere dopo aver lasciato le corse nel 2017.

È il terzo di quattro fratell: il primogenito Francisco Javier gli fa scoprire il ciclismo per il quale lascia il calcio e l’atletica, praticati in gioventù. Professionista dal 2003, l’anno seguente rischia di morire per un aneurisma celebrale: il tempestivo intervento chirugico lo rimette in sella fortificato.

 

Passista scalatore, brillante anche a cronometro, il suo palmerés annota successi plurimi nelle tre grandi corse a tappe: che lo pongono nel Gotha del ciclismo di ogni tempo: nel 2007 vince il primo Tour de France; nel 2008 il Giro e la Vuelta; nel 2009 fa suo il secondo Tour.

Nel 2010 vince il terzo Tour ma questo successo gli sarà revocato, unitamente al secondo Giro vinto nel 2011: la sentenza viene dal Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna e sanziona le tracce di clembuterolo rilevate nel 2010 in un controllo antidoping.

Il provvedimento lo raggiunge dopo 500 giorni, e i due anni di squalifica, già scontati, gli costano tutti i successi colti nel periodo.

Immediato il suo successo nella Vuelta 2012, triplicato nel 2014. Nel 2015 fa ancora suo il Giro d’Italia.

Il suo ultimo acuto è la vittoria nella tappa dell’Angliru che gli vale il saluto commosso di Madrid alla conclusione della Vuelta a España del 2017.

 

L’ex campione è ora ambasciatore di Trek, collabora con ASO, la Società del Tour de France per il progetto l’Etape du Tour con gare amatoriali che si svolgeranno in giro per il mondo ed è commentatore tecnico per Eurosport.

Ma l’impegno che sta più a cuore a Contador è quello con la sua Fondazione, e non solo per la squadra under 23 il cui manager è Ivan Basso.

Si adopera infatti per sensibilizzare le persone a prevenire l’insorgere dell’ictus.

ALFREDO AMBROSETTI

 

Conoscitore del mondo e dei suoi protagonisti

Appassionato del presente e aperto al futuro

 

Alfredo Ambrosetti nasce a Varese il 25 giugno 1931 e porta, non a caso, il nome di Binda, il campione di Cittiglio, che è il miglior amico di suo padre, Antonio.

 

I due si conoscono da ragazzi, le prime esperienze di Alfredo Ambrosetti nel ciclismo coincidono con il Mondiale di ciclismo su strada che si disputano nel 1951 a Varese.

Di quell’edizione, che registra il record storico di presenze di pubblico sul percorso con oltre un milione di spettatori, Antonio Ambrosetti è responsabile dell’organizzazione.

Al figlio ventenne affiderà in seguito la responsabilità della Commissione Sportiva della società Binda di Varese, di cui è il presidente.

Il Gruppo Sportivo varesino annotava allora oltre un centinaio di dilettanti e allievi, tutti di livello e il loro reclutamento presso le famiglie era affidato alle capacità di Alfredo.

 

Nel 1955 si laurea in Scienze Economiche e Commerciali presso l’Università Cattolica di Milano e iniziano i suoi soggiorni negli Stati Uniti, alla Syracuse University, grazie alla borsa di studio “Giacinto Motta” assegnatagli dal Gruppo Edison con cui lavorerà per otto anni.

Nel biennio 1959-1960 è protagonista di stage presso le principali aziende statunitensi e canadesi, da Standard Oil a IBM.

Nel 1965 fonda lo Studio Ambrosetti, società di consulenza direzionale che si sviluppa rapidamente con incarichi di gruppi/imprese di grande importanza.

 

Nel 1975 dà vita al Forum economico di Cernobbio, a Villa d’Este, evento di tre giorni di assoluto prestigio, che tuttora raduna ogni anno relatori d’eccezione: capi di stato, reali, capi di governo, premi Nobel e i principali esponenti della comunità economica planetaria.

L’idea del Forum si dice che sia nata in treno fra Verona e Milano nel novembre del 1974, in una discussione tra il cavaliere Alfredo Ambrosetti e lo scienziato Umberto Colombo.

GIANNI MURA

 

Giornalista, scrittore e opinionista seguito e apprezzato

Schivo ma cordiale, ironico ma sincero

 

Gianni Mura nasce a Milano 9 ottobre 1945.

 

Grazie al rapporto tra La Gazzetta dello Sport e il liceo Manzoni che segnala alla “rosea” gli studenti più valenti in italiano, viene invitato a uno stage appena dopo la maturità. In Gazzetta entra a 19 anni e vi sosterà sino al 1972.

All’inizio si occupa di calcio minore poi stabilmente di ciclismo, a partire dal 1965.

Ben presto si afferma come uno dei giornalisti sportivi più apprezzati per qualità di pensiero e di scrittura.

Nel 1972 passa al Corriere d’informazione, poi a Epoca, a L’Occhio e dal 1976 a La Repubblica dove è apprezzato cronista e poi seguitissimo opinionista, principalmente di calcio.

Da oltre vent’anni scrive l’apprezzata rubrica domenicale Sette Giorni di cattivi pensieri.
Stabilmente inviato al Tour de France, in cui ha debuttato a soli ventidue anni, è costretto suo malgrado a non frequentare il Giro d’Italia e le principali corse in linea perché coincidono con il campionato di calcio o con le Coppe che si concludono inevitabilmente a maggio, quando il Giro è in pieno svolgimento.

 

Nel 2007 ha pubblicato il libro Giallo su giallo, premio Grinzane-Cesare Pavese per la narrativa. Nel 2008 La fiamma rossa. Storie e strade dei miei Tour. Nel 2012 Ischia con protagonista il commissario Magrite che già figurava nel primo romanzo.

Nel 2013 Non gioco più, me ne vado. Gregari e campioni, coppe e bidoni.

E ancora Tanti amori. Conversazioni con Marco Manzoni. Nel 2015 Non c’è gusto. Tutto quello che dovresti sapere prima di scegliere un ristorante.

È un esperto anche di cibo, e ne scrive su Il Venerdì di Repubblica ogni settimana con la moglie, Paola Gius, da quando è diventato giornalista sportivo.

Perché il ciclismo lo ha avvicinato alla buona tavola, in Italia Francia, Spagna e Belgio, I territori ciclistici per eccellenza.

PREMIO CUORE D’ARGENTO

RICCARDO MAGRINI

 

Riccardo Magrini, per tutti “il Magro”, classe 1954, toscano di Montecatini, è stato apprezzato corridore negli anni Settanta e Ottanta (due successi in carriera, una tappa al Giro d’Italia e una al Tour de France).

 

In seguito dirigente sportivo con la Mercatone Uno di Marco Pantani e la Domina Vacanze di Mario Cipollini, dal 2005 è uno stimato commentatore televisivo per Eurosport.

Le sue telecronache appassionano gli ascoltatori per la scanzonatezza dei toni e la franchezza dei giudizi, dapprima in abbinata con Salvo Aiello oggi in coppia con Luca Gregorio.

 

Il cuore di Magrini non ha fatto giudizio in un paio di occasioni tanto da preoccupare i suoi numerosissimi ammiratori e il premio che gli viene conferito ha un valore altamente simbolico.