AURO BULBARELLI
Nella vita, a volte, i sogni si avverano.
Un amore di gioventù sfociato nella vita professionale.
Auro Bulbarelli, classe 1970, ha respirato ciclismo sin dalla prima infanzia, frequentatore assiduo di casa Torriani dato che il padre, Rino, aveva affiancato a lungo il patron del Giro d’Italia nel ruolo di addetto stampa e di speaker, prima che lo chiamassero a dirigere “La Gazzetta di Mantova”.
Il giovane Bulbarelli è stato iniziato ben presto alle corse, a 19 anni lo stesso patron lo aveva ingaggiato per guidare in corsa un’auto ufficiale chiedendogli semplicemente se fosse dotato di patente. E quel debutto gli creò non poche ansietà, visto che guidare in corsa non è mai una passeggiata.
Del Giro d’Italia e non solo (le classiche di ciclismo, il calcio, la Formula 1), Auro ha scritto per anni sino a cominciare a raccontare in video, assunto dalla redazione regionale Rai della Lombardia, tutto il ciclismo che conta, dal 1996, a bordo di una moto al seguito, in qualità di inviato-telecronista. E si è distinto anche per le telecronache di biliardo, sua grande passione unitamente al ciclismo, suo grande amore.
Progressivamente Bulbarelli è diventato la prima voce del ciclismo, subentrando nel 2001 ad Adriano Dezan, vicino all’età della pensione dopo quasi cinquant’anni di inimitabili telecronache.
Bulbarelli ha avuto la capacità di non farlo rimpiangere, ben assecondato dall’opinionista Davide Cassani, e sino al 2009 i due hanno fatto coppia fissa, con grande soddisfazione del pubblico televisivo che ama il ciclismo.
La promozione a vicedirettore di Rai Sport nell’ottobre 2009 gli ha inibito il ruolo di telecronista, lo ha posto dietro a una scrivania, valorizzandone le capacità organizzative e decisionali. Non per caso Bulbarelli è divenuto direttore della Testata Sportiva, incarico che esercita dal novembre 2018.
Tre i libri sin qui al suo attivo, con citazione obbligata per la splendida biografia di Fiorenzo Magni e “Coppi per sempre” scritto con Giampiero Petrucci.